15 AGOSTO: un pensiero a Mons. Gennaro Divola
Una carrellata di foto, nel ricordo del 60° anniversario di Ordinazione Sacerdotale, che riportano indietro nel tempo, evocando momenti di gioiosa condivisione, commozione e gratitudine
Il 15 Agosto 1953, un giovane di Leni, educato, colto, intelligente, lungimirante, magnanimo e gioioso, ricevette il dono del Sacerdozio: “la perla del Clero Eoliano”, così si diceva di lui.
Nel giorno in cui ricorre il 67° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Mons. Gennaro Divola, nell’interpretare il pensiero di Cannetari, e non, vicini e lontani, desideriamo esprimere, con affetto immenso, un pensiero permeato di profonda gratitudine per il dono grande che Dio ha riservato alla Comunità Parrocchiale di Canneto alla quale, dal lontano 24 Gennaio 1959, egli fu legato per oltre cinquanta anni, dedicandosi sempre con zelo, passione ed energia.
Quanti hanno avuto la gioia di conoscerlo, viverlo e condividere esperienze, custodire consigli, conservare ricordi e cogliere nel suo operato tanta vitalità, semplicità e tenerezza, coerenza, profondo sentire e grande spiritualità, sono grati al Signore e testimoni di un Amore a Lui ed alla Sua Chiesa che Don Gennaro sempre ha professato, con obbedienza e carità, facendo della sua vocazione una vera e propria missione, “umile servo nella vigna del Signore” nella quale non ha mai risparmiato energie, prodigandosi senza riserve e con un sorriso sempre gioioso.
Il suo percorso di vita è stato intessuto di parole buone, saggi consigli, conforto fraterno, gesti concreti che, sotto i nostri occhi e dentro i nostri cuori, occupano un posto speciale, dettagli che custodiamo gelosamente e che impreziosiscono la nostra storia, parole sempre vive che ha impresso in ciascuno, seppur in tempi, modi e luoghi diversi, con lo stesso vigore ed amore paterno.
Tra le tante citazioni care a Don Gennaro, nel giorno della solennità della Vergine Assunta, in cui rese il suo “SI” al Signore, una in particolare fa eco: “La Madonna giocava a perdere, ma alla fine ha ottenuto il miglior premio”.
Con sempre più accanimento, assistiamo ad una bramosa corsa al successo, al guadagno, al desiderio di affermazione a costo di calpestare persone e valori, testimoni di un tempo in cui l’immagine e l’apparenza, veicolate spesso in modo esasperato dai social, vengono esaltate compromettendo puntualmente l’integrità morale, l’unicità dell’individuo e la sua dignità, con influenze e ripercussioni, soprattutto sui giovani, che si traducono in storie di solitudine, eccessi, dipendenze, violenza e difficoltà a relazionarsi in modo sano, equilibrato, sincero e disinteressato.
Cosa c’entra la Vergine Maria in tutto ciò?
Maria, una ragazza come tante, con sogni e progetti, un amore puro per il suo Giuseppe ed un futuro da costruire insieme, che vede stravolta ogni certezza, che si affida a Dio, che in obbedienza e difficoltà, con un figlio in grembo, in silenzio e con tenacia, si fa strumento di salvezza, si fa strada per incontrare Cristo, si fa complice di un mistero che profuma di VITA, attraverso la Via della Croce.
Lontana da noi? No, protagonista di una “storia contemporanea”.
Donna di “altri” tempi? No, “influencer” di “ogni” tempo.
“Fuori” dal suo contesto? No, radicata “dentro” il cuore di Dio.
Non è arrendevolezza o sottomissione la sua affermazione, poiché in quel “SI” c’è il sapore fresco e soave di una libertà che dinnanzi all’incerto evolversi degli eventi, permette di assaporare l’Amore di un Padre che proietta a cose nuove e grandi se ci si lascia condurre con fiducia e cooperando per qualunque progetto che volge al bene, “perdendo” quei fardelli, quei lacci, quegli schemi senza i quali si sperimenta la leggerezza del cuore, per proseguire il cammino verso nuove mete, mai immaginate, ma per cui vale la pena “mettersi in gioco”. Maria l’ha fatto, adesso tocca a noi!
“Maria ha giocato a perdere”, ripeteva Don Gennaro, ha sacrificato tempo, catapultata in una maternità inaspettata, e spazio, per accogliere quel Bimbo che non era per lei, ma per noi: quanto avrà pensato, pregato, sofferto, forse ribellandosi anche in cuor proprio, ma alla fine, il suo “SI” ha prevalso su ogni fragilità ed incertezza, destinandola a quel “premio” che è il Cielo.
Questo pensiero possa sempre illuminare il cammino, sia di incoraggiamento e consolazione, un monito nel quotidiano e doni forza nelle avversità, accompagnato da infinita gratitudine per l’amato Don Gennaro al quale, con profondo sentire, sempre uniti nella preghiera, esprimiamo un augurio di cuore, permeato di riconoscenza per quel “SI” che, come la Vergine Maria, ha reso a Dio con fede e coraggio, facendosi “sale, luce e lievito” lungo il suo lungo, intenso ed esemplare cammino a servizio dei fratelli.