Si avvicina il 15 agosto, giorno in cui la Chiesa celebra l’Assunzione della Vergine Maria al cielo in anima e corpo. In questa ricorrenza, per tradizione, dal Crocifisso di San Vincenzo, partirà un pellegrinaggio che, giunto alla chiesa dell’Assunta a Serra, si concluderà con la celebrazione dell’eucarestia.
Pellegrinare significa mettersi in cammino come popolo, uniti dal desiderio di raggiungere Dio, con la consapevolezza che in questo cammino è necessario essere insieme, il giovane accanto all’anziano, il genitore accanto al figlio. Pellegrinare verso la Madonna è chiedere di poter condividere con lei “l’umiltà di serva”.
Penso che l’inno più bello all’umiltà sia quello uscito dalle labbra di Maria durante la sua visita a Elisabetta: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore …”. La gioia che Maria prova, e che condivide, nasce dal rendere grazie al Signore per quello che lui ha compiuto, è la capacità di essere contenti di quello che si ha.
Essere contenti non significa accontentarsi, il nostro cuore non potrebbe mai accontentarsi perché esso protende a Dio. Essere contenti significa saper riconoscere il bene che c’è, e in quel bene riconoscere la mano di Dio e rendergli grazie. Il peccato forse più subdolo, perché lo commettiamo senza neanche rendercene conto, è la lamentela. Oggi noi tendiamo a lamentarci di tutto perché abbiamo perso la capacità di vedere il bello intono a noi, teniamo lo sguardo fisso su quel che manca e ci lamentiamo sempre che le cose non sono come le vorremmo. Ma la Madonna ci viene in soccorso, ci guida e ci insegna il percorso che conduce a Dio, quello che passa attraverso l’umiltà, il servizio, la disponibilità.
E allora l’appuntamento è alle 6 del mattino di fronte al Crocifisso di San Vincenzo per intraprendere insieme quel pellegrinaggio che ci farà riscoprire lo sguardo amorevole della Vergine, capace di andare oltre le nostre debolezze e cadute, e di condurci per mano verso suo figlio.