A-Dio Jonathan
Una chiesa stracolma e un sagrato gremito, lacrime che scendevano e un silenzio tonante, questo è stato l’ultimo saluto che mercoledì scorso Lipari ha rivolto a Jonathan Giannò, giovane figlio, fratello, amico di un’intera comunità.
Lutto cittadino in occasione delle esequie funebri di Jonathan, tragicamente e prematuramente scomparso.
Ma Jonathan non è la prima giovane vita della nostra isola che ci lascia, e come ogni volta non esistono parole che possano alleviare il dolore, non esiste niente che possa dare risposta al nostro interrogativo: Perché è dovuto succedere tutto questo?
Ogni volta che una madre e un padre hanno dovuto accompagnare il figlio o la figlia in quest’ultimo viaggio terreno si crea una profonda ferita che nessuno di noi può comprendere appieno, ma che crea nel nostro cuore un dolore, un’inquietudine che cerchiamo di esprimere come possiamo, come meglio sappiamo fare, magari attraverso parole scritte e lette dagli amici o con il semplice lancio di un palloncino o ancora attraverso silenzi attoniti che esprimono smarrimento e solidarietà.
Ma in tutto questo dolore la nostra fede accende la speranza e compaiono parole di saluto e non di addio, in cui uno striscione con la scritta “Jonny vive” ci ricorda che Cristo, in questo muro di disperazione chiamato morte, ha aperto una porta, è lui stesso la porta, è Gesù che rende accessibile la vita, “perché chiunque creda in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).
Per volontà della famiglia di Jonathan è iniziata una raccolta fondi che servirà a finanziare un progetto di supporto alla gioventù ancora da definire in cui sono già confluite le donazioni del “fiore che non marcisce” e che continua con le donazioni che potranno essere fatte attraverso il nostro parroco Don Alex e attraverso Jo Bianchi, presidente dei Cantori Popolari delle Isole Eolie.
Custodiamoli i nostri giovani, sia che vivano su questa terra o che vivano nella gloria di Dio, e prendendo a prestito le parole di un’amica assumiamoci questo impegno:
Ti custodisco fratello mio, sorella mia.
Ti custodisco nella fortezza del cuore.
Ti custodisco nelle preghiere più intime,
nelle pareti dell’anima.
Ti custodisco come perla preziosa,
come grazia che trabocca.
Ti custodisco nel cuore
ché sei pagine inestimabile
nel Vangelo dei miei giorni.
Sappi che sei custodito, custodita, qui al centro.
Nel via vai di polvere e stelle, di terra e cielo.
Ti custodisco qui al centro,
in un “ti amo!”.
…Ed è amando te che custodisco anche Dio.
(Alumera)
Ciao Jonathan, questo non è un addio, ma un arrivederci.