HALLOWEEN, tra sacro e profano.
Perchè si tende a demonizzare una festa pagana.
Se volessimo potremmo parlare di parallelismo, un concetto che si sviluppa su binari che non si incontrano mai. Se volessimo potremmo parlare di come l’uomo si sia costruito un sistema bidimensionale per disegnare la volta celeste, x e y per definire una latitudine o una longitudine e restiamo affascinati quando vediamo poche sere fa, il primo quarto di Luna, fare la corte a Giove (o viceversa), in congiunzione con un altro pianeta, Saturno, protagonisti assoluti di una bellissima serata di autunno (congiunzione è un termine tecnico usato in astrologia per indicare una vicinanza di due corpi celesti). Sulla tavolozza del cielo stellato, abbiamo proiettato stelle, satelliti e pianeti distanti anni luce tra loro, la terza dimensione spaziale “z”, che la ragione non può contemplare perché bidimensionale. Ma ancora, se volessimo potremmo parlare di “riti cristiani” e “riti pagani”, due strade parallele che nel nostro scenario collochiamo su un calendario (la tavola della volta celeste), attribuendo una data comune, una “x” ed una “y” che in questo caso chiamiamo “mese” e “giorno”, ma che però sono distanti secoli: nel tempo, la dimensione “z”. Parliamo di HALLOWEEN, la festa maledetta (per qualcuno), oggi tipica degli Stati Uniti e del Canada, che si celebra la notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre con scherzi travestimenti macabri, portando in “processione” zucche intagliate e illuminate all’interno: quanti risotti, marmellate e dolci sprecati!
Ma torniamo a noi. Si, ma prima occorre resettare il calendario di, un bel po’? magari all’anno 0( -1 < nascita di Gesù > +1), con contestuale inizio o origine del cristianesimo. Già, il nome cristiano significa seguace di Cristo, il Dio fatto carne che venne ad abitare in mezzo a noi. Per alcuni cristiani di oggi, magari poco pratici della terza dimensione, sembra quasi che non ci sia differenza tra la nascita di Cristo e il diluvio universale, dimenticano infatti, che secoli prima di Cristo vi erano civiltà di tutto riguardo, popoli il cui spazio “sacro” era ben distinto dal quotidiano, dove ad insegnare i sentimenti vi erano i miti, gli Dei. Tutto questo prima di Cristoforo Colombo, per citare un continente rivoltato tanto nella civiltà quanto nella religione, l’America.
Francisco Pizarro, noto condottiero spagnolo dell’epoca, passò alla storia per aver distrutto l’impero Inca nell’odierno Perù e con esso i riti religiosi, spesso con sacrifici umani, che venivano celebrati in onore degli Dei per propiziarsi favori e prosperità.
Riti, rituali e pratiche religiose che però funzionano se all’interno della tribù che li pratica, ma questa è un’altra storia.
In fin dei conti, è toccata all’Europa unificare il mondo attraverso quella vocazione universalistica del Cristianesimo, frutto dell’iniziativa del Creatore del Cielo e della Terra, portando la verità ai confini del mondo (conosciuto).
Approdiamo dunque in Irlanda, terra verdissima e rigogliosa che chi l’ha vista personalmente, difficilmente dimentica o può mai associare ad un qualsiasi altro posto al mondo, terra di un popolo, i Celti, prevalentemente dediti alla pastorizia, i cui ritmi erano dettati e scanditi dai tempi dell’allevamento del bestiame, diversi da quelli della campagna e dei campi.
Oggi, 30 ottobre 2020, giovedì, resettiamo il calendario di qualche secolo ed arriviamo al V-III secolo a.C., periodo di massima espansione.
Alla fine della stagione estiva i pastori portano i loro greggi a valle per prepararsi all’arrivo dell’inverno ma, cosa più importante, all’arrivo del nuovo anno. Si, perché per i celti l’anno non iniziava il 1° gennaio come per noi Cristiani oggi, ma bensì il 1° novembre e il passaggio tra una stagione e l’altra si festeggia in modi di versi, indicandoli con nomi di versi, come nel caso dello Samhain dei Celti.
Lo Samhain in celtico significa “summer’s end”, fine dell’estate ed era un modo per ringraziare gli Dei e per esorcizzare i pericoli dell’inverno alle porte, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza della divinità.
L’importanza che la popolazione attribuiva allo Samhain risiedeva nella concezione del tempo in cui la ricorrenza era inserita in un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Evitiamo di elencarli, ma ci limitiamo dire che l’avvento del cristianesimo (la latinizzazione del popolo celtico avviene dal II sec. A.c. al V sec. D.c., abbracciando un arco temporale a cavallo con la nascita di Cristo e della sua predicazione), non ha del tutto cancellato le festività del popolo celtico ma in molti casi si è sovrapposta ad esse, conferendo contenuti propri e significati diversi da quelli originali, come quella di Halloween.
Il nome Halloween deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallows è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti invece, in inglese è All Hallows’s Day. La parola Eve, assume una importanza dedotta dal valore stesso della cosmologia celtica, quasi ad indicare una stagione, un tempo, un anno.
Ma torniamo, o meglio, andiamo avanti nel tempo ed arriviamo a sabato 31 ottobre di 2400 anni fa (ci siamo).
Il tema dello Samhain era la morte in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita tace, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi, unendo la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno.
Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i festeggiamenti si protraevano per altri 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti e rimandarli nella landa di appartenenza.
In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi.
Attraverso le conquiste romane, Cristiani e Celti vennero a contatto. L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre: correva l’anno 998 d.C..
A dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali fu l’abate Odilone di Cluny, dando disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre. Per il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi.
La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV.
Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia e in quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween. Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame. Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti.
(liberamente estratto dal sito IRLANDANDO.IT)