Il Parroco
Don Alessandro De Gregorio, per gli amici “Don Alex”, ordinato parroco il 28 giugno 2012 ha mosso i primo passi del suo ministero impegnandosi nella zona sud di Messina (Pistunina e Contesse), per approdare a Giampilieri nel momento critico del dopo alluvione, contribuendo tuttavia alla ricostruzione civile e morale della gente provata nel corpo e nello spirito.
Nella vallata di Giampilieri ha servito anche le piccole comunità di Altolia e Molino.
Ha rivestito anche l’incarico di Coordinatore del “Progetto Re-Start. Giovani e futuro. La Chiesa locale in ascolto”, assistente FUCI (Federazione Universitari Cattolici Italiani) diocesano prima e regionale poi per sette anni e Delegato Arcivescovile per la Pastorale Universitaria.
Di recente è stato presente a S. Teresa di Riva nella preparazione alla festa della Madonna del Carmelo, predicando durante la novena della sera dal 10 al 12 luglio e facendosi apprezzare per le geniali e profonde riflessioni.
Prima di arrivare nella nostra Parrocchia offriva il suo servizio presso le parrocchie Sacra Famiglia del centro cittadino di Santa Teresa di Riva e San Vito di Misserio (che comprende anche San Carlo di Casalvecchio Siculo).
Nominato parroco della parrocchia San Cristoforo di Canneto-Lipari e amministratore parrocchiale delle parrocchie San Gaetano di Acquacalda-Lipari, Maria Santissima del Rosario di Lami-Lipari e Santissimo Nome di Maria di Pirrera è stato accolto da queste comunità giorno 8 Ottobre 2023.
È giunto accompagnato dalla sua famiglia e dal sindaco di Santa Teresa di Riva, con una rappresentanza dei suoi concittadini con Misserio, Fautarì, Artale e San Carlo.
Ad attenderlo invece erano presenti le comunità di Canneto, Acquacalda, Pirrera, Lami, le comunità Neocatecumenali, le autorità civili e militari, ed una rappresentanza del clero eoliano. Con lui giungeva anche sua Ecc.za Rev.ma Mons. Giovanni Accolla che ha presieduto la Solenne Celebrazione Eucaristica in cui si è svolto il rito di immissione canonica.
Don Alex approda sulla nostra isola con una domanda, una certezza ed un sogno. È lui stesso a dirlo nel suo discorso rivolto alle comunità. Chiede se si è disposti a ricominciare, a mollare le certezze finora avute per lasciarci guidare dalla luce che non conosce tramonto per riceverne speranza, forza e coraggio, e lo fa perché si fida ciecamente di Dio.
Non ha esitato nel rispondere alla richiesta del suo pastore, non perché stesse male dove si trovava, tutt’altro, e lo si è capito chiaramente nella commozione avuta nel momento in cui si apprestava a salutare e ringraziare le comunità che sin ora aveva guidato. Il suo sì alla richiesta di prendere le redini della nostra realtà risiede nel volersi affidare e fidare della volontà di Dio, avendo voglia di “tuffarsi nel mare delle Sue sorprese”. Ed ha un sogno. Sogna una comunità che sia “casa in cui sentirsi accolti”, una comunità che abbia a cuore ogni fratello, ogni bambino e giovane, ogni famiglia, e dove ogni anziano e ammalato si sentano parte di una grande famiglia.
Le nostre comunità si fidano ciecamente di Dio. Comunità imperfette con limiti e debolezze, ma quello che di buono sapranno fare sarà messo a disposizione del Signore. Sono pronte a riconoscere la voce del pastore che guida il gregge del Signore.