Cultura e territorioDue chiacchiere conPillole di storia

IN CAMMINO VERSO SAN GIOVANNI BOSCO

Ricordando l’arrivo a Canneto della statua di San Giovanni Bosco, dono della Famiglia Profilio.

dalle “Memorie di Mario Profilio” 

«Come si è arrivati alla statua della nostra Parrocchia… Circa trent’anni fa, era il 1991, stavo partecipando alla Santa Messa, seduto in fondo alla navata sinistra, e il mio sguardo andò verso dei posti vuoti lungo la parete, allora c’erano due archi ancora liberi, solo la parete spoglia fra le due colonne, mentre, subito dopo, andando con lo sguardo verso la porta della sacrestia, vedevo le statue di  San Giuseppe, Santa Rita, il Sacro Cuore, ecc. 
Ebbi come un lampo: perché non donare alla nostra parrocchia, che tanto la mia famiglia amava, una statua di Maria Ausiliatrice, in segno di devozione e ricordo della mia cara mamma volata in cielo l’estate del 1989?
Ne parlai a casa e mio papà fu ben lieto di accogliere la mia iniziativa. Andai in parrocchia per parlarne con il caro Don Gennaro ed anche lui accolse favorevolmente l’idea, ma suggerì, per maggior condivisione, di parlarne con il Vescovo di allora S. E. Mons. Miccichè. Fissai l’appuntamento e fui ricevuto con tanta cordialità [..] “e se arrivasse San Giovanni Bosco e magari anche San Domenico Savio?” (avendo il Vescovo fatto presente che già in chiesa vi erano diverse statue della Madonna, n.d.r.) a quel punto Mons. Miccichè mi diede tutta la sua approvazione e me ne andai felice a casa! [..].
Il 25 Novembre 1991 mi trovavo a Messina, al mio rientro mio papà mi disse che aveva chiamato Don Gennaro per dire che erano arrivate le tanto desiderate statue. Andai in canonica e lì trovai Don Gennaro elettrizzato e le statue ancora imballate, insieme la aprimmo per una parte, per controllare, e le ricoprimmo.
Iniziarono quindi i lavori in chiesa, andava scavata la nicchia, e realizzata la porta ex novo [..].
Don Gennaro, su nostra richiesta, mantenne il segreto su chi avesse organizzato i lavori, solo in seguito fu messa una targhetta ricordo.
Poi, tutto fu pronto, il Parroco, entusiasta, organizzò il triduo in occasione dell’inaugurazione e mise in moto il gruppo dei giovani e delle famiglie affinché tutto riuscisse nel migliore dei modi. Ricordo che l’emozione era tanta e anche l’entusiasmo da parte di tutta la comunità parrocchiale, la Santa Messa fu molto partecipata [..].
Si arrivò cosi alle celebrazioni che ci lasciarono felici, eravamo riusciti a portare a Canneto i due Santi più amati dai giovani, esempio di amore verso Dio e verso il prossimo, faro per intere generazioni.
Don Bosco, il Santo dei giovani e delle famiglie, e san Domenico Savio, il santo delle mamme e delle culle, a lui vanno le preghiere delle mamme in attesa e dei bimbi appena nati [..].
Fu così che, da allora, ogni 31 Gennaio, festività di San Giovanni Bosco, e il 6 Maggio, festività di San Domenico Savio, ci ritroviamo a celebrare, con la meritata solennità, la memoria di questi due grandi Santi, protettori dei giovani nel mondo. L’augurio è che loro, tanto amati, continuino sempre a vegliare sulla Comunità di Canneto ed i suoi giovani, speranza di tutti noi.
Con umile devozione e affetto, Mario.»

Ringraziamo di vero cuore il caro Mario che, con un racconto intriso di devozione e tenerezza, regala ai lettori un “frammento di storia” che suscita commozione e gratitudine.
Nel documento pervenuto in redazione e che alleghiamo nella forma integrale, Mario ci racconta altri retroscena che legano lui e la sua famiglia alla devozione sia a San Giovanni Bosco che a San Domenico Savio. 

 

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