LA VIA CRUCIS CON I FIGLI
Venerdì 22 Marzo, subito dopo la messa “per i figli in cielo” si è tenuta la “VIA CRUCIS CON I FIGLI”, una speciale Via Crucis realizzata dai bambini delle catechesi, una riflessione ad alta voce sulle varie stazioni animate della via crucis viste con gli occhi dei ragazzi.
La scelta di ripercorrere con i bambini la passione di Gesù non è un caso, ma risiede nel loro desiderio di “vedere Gesù”, un po’ come quei Greci di cui parla l’evangelista Giovanni (12, 20-21) che saliti per il culto chiedono a Filippo “Signore, vogliamo vedere Gesù”.
Non esiste desiderio più bello che quello vedere il volto di Cristo, di fare esperienza di lui e del suo amore. Gesù non è frutto di un ragionamento, la fede non è un ideale astratto da raggiungere, essere cristiani non è una filosofia da praticare, ma è vita concreta, persone da amare e da cui farsi amare.
E i nostri bambini ci hanno mostrato che è ai piedi della croce che si vede Dio. Mentre il velo del tempio si squarcia ci ritroviamo a dire insieme al centurione “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15, 38-39). Ed allora la croce non è più simbolo di morte e di dolore, ma diventa strumento di risurrezione, perché è attraverso la croce che divinità e umanità si fondono, che sacro e profano si uniscono.
La croce è simbolo della nostra fede perché ci ricorda che dentro ogni vita, dentro ogni dolore, dentro ogni vicenda umana c’è Dio. Ogni volta che mi accorgo di una persona bisognosa, di un fratello che soffre vedo Gesù in croce. Ogni volta che siamo noi a farci aiutare, a farci raggiungere e ad afferrare la mano che ci viene tesa, permettiamo all’altro di riconoscere nella nostra umanità il volto di Dio.
Non rileghiamo Dio nelle nostre chiese, ma impariamo insieme ai nostri bambini a cercarlo e a riconoscerlo nella vita quotidiana e a far risplendere con i nostri gesti e le nostre parole la luce della Risurrezione.