Curiosità e sport

“Mens sana in corpore sano”: covid e mascherina

Salute e benessere psico-fisico del nostro corpo e della nostra mente.

Questo in sostanza il significato di una delle frasi forse più conosciute al mondo.
E i greci lo sapevano molto bene, tramandato poi ai romani che via via espandevano il loro dominio.
Per i greci il corpo era un vero e proprio culto. La cultura greca infatti attribuiva un’importanza alla fisicità di gran lunga superiore a quella della nostra epoca. L’educazione del corpo, le gare, le sfide, erano incoraggiate non solo per rendere i giovani forti e pronti alla guerra, ma anche per dare loro la forza di sostenere le fatiche e le contrarietà della vita: forza del corpo e forza dello spirito.
La locuzione latina “Mens sana in corpore sano”, è presa in prestito da un capoverso delle Satire di Giovenale (Decimo Giunio Giovenale, poeta e retore romano).
Secondo il poeta, infatti, l’uomo dovrebbe aspirare a due beni soltanto: la sanità dell’anima e la salute del corpo. Esse dovrebbero essere le uniche richieste da rivolgere alla divinità che, sottolinea il poeta, sa di cosa l’uomo ha bisogno più dell’uomo stesso.
E qui apriremmo una disputa di natura religiosa ma, sappiamo bene, che questi fatti risalgono al periodo pre-cristiano, dunque, non ha motivo di esistere un paragone.
Olimpiadi Antiche | Sport Culture SiteA motivo di pura divulgazione laica, riportiamo quello che per i Greci significava la cultura del corpo, i quali, per designare le loro attività fisiche non usavano il termine sport (che compare per la prima volta in Inghilterra verso la fine del XV sec. con il significato di “ricreazione”, “divertimento”), bensì termini come “gymnastique” (da “gymnos”, nudo) perché gli atleti si confrontavano nudi, oppure “agon” (concorso, lotta, emulazione) o “athlon” (sforzo, lotta) o ancora “athlos” (combattimento, exploit) da cui gli aggettivi “agonistico” e “atletico”. Perché per i Greci il momento sportivo non era del tipo ludico, ma si associava alla formazione del carattere dei giovani, futuri cittadini cui spettava il dovere di condurre bene gli affari delle loro città e difenderle in caso di pericolo.
Oggi a tutto questo, anche per come è impostata la nostra scuola, si tende a dare molta più importanza agli studi intellettuali, individuando nel colto la persona di successo, contrariamente a quello che accadeva nell’antica Grecia, dove la persona colta e di successo aveva anche un’ eccellente preparazione fisica.
Ma questa è un’altra storia che ci porterebbe a parlare degli anni ’30 in italia, e dell’utopia nietzschiana dell’uomo nuovo, l’uomo che doveva sintetizzare in sé «l’inno e la battaglia, il libro e il moschetto, il pensiero e l’azione, la cultura e lo sport».
Dunque, di “mens sana in corpore sano” si fa un gran parlare in questo periodo di seconda ondata da covid-19 (siamo a novembre 2020), quando si parla di regole per l’attività fisica all”aperto.
La mascherina non è obbligatoria nel running, ma bisogna essere da soli -  Prima BergamoMascherina si, mascherina no, fa bene, fa male, respirare la CO2 che emettiamo a lungo andare provoca intossicazione al nostro corpo? Sono tutte domande che si leggono, le cui risposte o spiegazioni variano da fonte a fonte e da soggetto a soggetto che riporta il proprio punto di vista.
Di certo sappiamo che il nostro corpo ha bisogno di ossigeno per rendere al meglio, tralasciando che l’aria al suolo è composta all’incirca per il 78,09% di azoto, per il 20,9% di ossigeno, per lo 0,93% di argon e per lo 0,04% di anidride carbonica, più altri componenti in quantità minori, tra cui anche particelle solide in sospensione, che costituiscono il cosiddetto “pulviscolo atmosferico”.
L’ossigenazione di chi corre con la protezione è un pericolo, ma il decreto dice anche: distanza di due metri tra le persone.
La mascherina dunque non è obbligatoria nelle attività di jogging running, il fatto di non doverla portare non deve indurre a sottovalutare il pericolo costituito dal fiatone che è naturale avere soprattutto in un momento di ripresa di attività, specie se si è in gruppo.
Concludendo: “mens sana in corpore sano”, specie in periodo di restrizioni della propria libertà va bene, questo isolamento forzato ha di sicuro un notevole impatto psicologico, misto a paura e angoscia, quindi scaricare un po di tensione migliora di sicuro l’umore e ci aiuta ad affrontare le difficoltà con maggiore forza.
Buon cammino a tutti.

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