Si concludono i festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria Addolorata
Mamma dal volto triste e pallido, con gli occhi rivolti al cielo e in mano un fazzoletto mai sazio di lacrime, veste di nero e viola, i colori del lutto, ed il suo cuore è trafitto dalle feroci lame di sette spade, tante quanti sono i suoi dolori. Ecco come appare il simulacro di Maria SS. Addolorata che lo scorso 15 settembre, dopo due anni di assenza dovuta alla pandemia, torna ad incedere per le vie di Canneto sotto gli occhi di residenti e villeggianti.
La processione prima, e la solenne celebrazione eucaristica dopo, chiudono il settenario svoltosi nella Basilica di San Cristoforo, con cui i fedeli hanno meditato giornalmente sui Sette Dolori della madre di Cristo, su quei momenti della vita di Maria raccontati nei Vangeli, che mostrano avvenimenti caratterizzati da una grande afflizione. “Festeggiare i dolori di una madre afflitta appare come un ossimoro se visto solo con occhi umani, ma gli occhi della fede rimandano ad altro, rimandano alla Pasqua del Signore, dove il dolore e la morte non avranno l’ultima parola”, queste sono alcune delle parole rivolte ai fedeli in queste sere da Don Sergio Trifiletti che ha presieduto il settenario.
Sarà infine Mons. Lillo Maiorana a spendere le ultime parole sull’importanza di onorare la Madonna Addolorata. Contemplare il suo dolore ci ricorda che non siamo mai soli nel momento della prova. Maria è madre di tutta l’umanità per volontà di Gesù che dalla Croce la insignisce di tale titolo, e insieme a questo dono la Madonna riceve l’onere di accompagnare noi tutti durante i nostri calvari. Ma l’Addolorata ci invita anche a riempirci di compassione, ed è questo l’invito finale del nostro Don Lillo: alla vista dei dolori e delle sofferenze dei nostri fratelli non possiamo restare indifferenti, ma condividiamole ed accogliamole col medesimo cuore della Madonna.