SOTTO IL LEGNO IN SILENZIO (di Davide Maria Turoldo)
Il 15 Settembre la Chiesa celebra la solennità della Beata Vergine Maria Addolorata. L’immagine della Compatrona di Canneto tornò, processionalmente, per le vie del paese, dopo trentaquattro anni (si ripropongono foto) nel Settembre del 2013, tra gioia e commozione dei fedeli devoti.
Ritta, discosta appena dal legno,
stava la Madre assorta in silenzio,
pareva un’ombra vestita di nero,
neppure un gesto nel vento immobile.
Lo sguardo aveva perduto, lontano:
cosa vedevi dall’alta collina?
Forse una sola foresta di croci?
O anche tu non vedevi più nulla?
Madre, tu sei ogni donna che ama
Madre, tu sei ogni madre che piange
Un figlio ucciso, un figlio tradito:
madri a migliaia, voi madri in gramaglie!
E figli mai finiti di uccidere;
figli venduti e traditi a miriadi,
i torturati appesi ai patiboli,
empi vessilli dell’empio potere.
Dalla città già salivan le tenebre,
e ancor più impallidiva il suo volto,
e lei era tutta una crosta di sangue,
perfino il cielo era nero di sangue.
Nero lenzuolo di sangue pareva
steso ad avvolgere la grande Assenza
che infittiva lo stesso silenzio
e si addensava e spandeva nell’aria.
O Madre, nulla pur noi ti chiediamo:
quanto è possibile appena di credere,
e stare con te sotto il legno in silenzio:
sola risposta al mistero del mondo.
(Davide Maria Turoldo)
Il 15 Settembre la Chiesa celebra la solennità della Beata Vergine Addolorata che, certamente, non insegna il culto dell’infelicità umana, quasi come se, a somiglianza di Maria e suo figlio “sconfitti” nel dolore, morte e sofferenza, debbano accettarsi passivamente in silenzio.
L’evangelista Giovanni non scrive che Maria presso la Croce si disperasse ma, semplicemente, “stava”, evocando la capacità di resistenza, stabilità e piena di attenzione, il saper “rimanere” nelle situazioni.
Maria non sta “ai piedi” della Croce, non è icona di sottomissione, passività e dolore ma, è scritto nel Vangelo, sta “presso” la Croce, in un significato di dignitosa forza e prossimità a Colui che soffre.
Vicinanza, “farsi prossimo”, compassione: lo “stare” di Maria è coscienza critica di fronte ai mali del mondo e questo è il compito che interpella l’uomo, un’esortazione forte e decisa a prendersi cura dell’altro, impegnandosi a costruire una “civiltà dell’amore” che non cede il passo alla violenza, alla presunzione, al disprezzo, ma che esorta a guardarsi “dentro” e tirar “fuori” quell’alito di Vita che Dio ha posto in ciascuno e che, sull’esempio della Madre Addolorata, diventi testimonianza a servizio del prossimo sofferente che necessita di ascolto, premure, attenzione, fiducia e speranza.