C'era una voltaCultura e territorio

Storia e tradizioni popolari

Le origini della festa del Corpus Domini, sono molte antiche. L’8.09.1264 sancisce l’inizio grazie alle  visioni della Beata Giuliana di Mont-Cornillon, che ricevette dal Signore stesso la missione di introdurla nella Chiesa. Una commissione incaricata di ciò dal Vescovo di Liegi approvò la visione. Tuttavia la festa fu aspramente combattuta all’inizio.

Durante poi il periodo delle guerre di religione in Francia tra il 1540 e il 1600, la processione del Corpus Domini fu oggetto di ostilità da parte dei protestanti francesi di confessione calvinista (gli Ugonotti). Infatti i Calvinisti, negano la transustanziazione come leggenda priva di fondamento, e persino offensiva nei confronti della religione evangelica.

Gli Ugonotti facevano la processione oggetto di numerose provocazioni, e veri e propri attacchi alle immagini e all’ostia, oppure semplicemente dimostravano la loro diversità religiosa (non stendendo alla finestra le tovaglie che, tradizionalmente, le famiglie cattoliche francesi mettevano in mostra in omaggio alla processione, lavorando ostentatamente alle finestre o davanti agli usci ecc.).

Nel tempo ogni paese o città in cui si svolge la tradizionale processione, ha sviluppato una propria identità e tradizione popolare, coma gli altarini addobbati con statuette di santi, custoditi gelosamente all’interno delle proprie abitazioni durante l’anno, ed esposte in onore dell’Ostia Santa, unitamente all’organizzazione di un banchetto che ricrea l’altare della chiesa e la stessa processione viene ricoperta da petali di fiori gettati dai bambini della prima comunione lungo il percorso della processione, prima del passaggio del Pallio (il baldacchino portato dai componenti della confraternita) che protegge il Santissimo.

Le immagini che si ripropongono in questo articolo, si riferiscono alla processione del 2014, primo Corpus Domini del giovane parroco Letterio Maiorana, arrivato nella comunità di Canneto nell’ottobre dell’anno precedente, affiancando don Gennaro Divola.  

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